EPHEMERAL, Maria Callas Intestine Variations (Scroll down for the other ephemerals)
Effimera #13 | Maria Callas Intestine N°13
installation view, not baked clay on terracotta floor, 2022,
the body is Body
Collettiva, Altomonte, Calabria
a cura di Amalia De Bernardis
installation view, not baked clay on terracotta floor, 2022,
the body is Body
Collettiva, Altomonte, Calabria
a cura di Amalia De Bernardis
Effimera #12 | Maria Callas Intestine N°12 (ELAAM - Patriarchy / Power)
installation view, not baked clay on terracotta floor, museruola, naso finto, pistola, 2022,
OUTARCHICA
Doppia Personale, NUMAcontemporary, Vicenza
Barbara Fragogna e Stefania Migliorati
a cura di Petra Cason Olivares
installation view, not baked clay on terracotta floor, museruola, naso finto, pistola, 2022,
OUTARCHICA
Doppia Personale, NUMAcontemporary, Vicenza
Barbara Fragogna e Stefania Migliorati
a cura di Petra Cason Olivares
Effimera #11 | Maria Callas Intestine N°11
installation view, not baked clay on terracotta floor, oil on canvas, objects, 2019-20,
In Tempi Perfetti
Doppia Personale, Galleria Marcolini, Forlì
Barbara Fragogna e Stefania Migliorati
a cura di Silvia Giambrone
installation view, not baked clay on terracotta floor, oil on canvas, objects, 2019-20,
In Tempi Perfetti
Doppia Personale, Galleria Marcolini, Forlì
Barbara Fragogna e Stefania Migliorati
a cura di Silvia Giambrone
Effimera #10 | Maria Callas Intestine N°10
installation view, not baked clay on terracotta floor, oil on canvas, objects, 2019-20,
Selvatico #14, Cotignola
a cura di Massimiliano Fabbri
installation view, not baked clay on terracotta floor, oil on canvas, objects, 2019-20,
Selvatico #14, Cotignola
a cura di Massimiliano Fabbri
Effimera #9 | Maria Callas Intestine N°9 (the end of a process is a solution - golden shit)
installation view, not baked clay on terracotta floor, oil on canvas, objects, 2019,
SODA, Galleria Made In, Venezia
a cura di Alice Bortolazzo nata da un progetto di Cantiere Corpo Luogo e ospitata nel contesto della terza edizione di The Venice Glass Week.
installation view, not baked clay on terracotta floor, oil on canvas, objects, 2019,
SODA, Galleria Made In, Venezia
a cura di Alice Bortolazzo nata da un progetto di Cantiere Corpo Luogo e ospitata nel contesto della terza edizione di The Venice Glass Week.
Effimera #8 | Maria Callas Intestine N°8 (democrazy)/ installation view,
not baked clay on terracotta floor, oil on canvas, objects, 2018,
MOSTRA INTERIORS, Mastio della Cittadella di Torino
a cura di Domenico Maria Papa
not baked clay on terracotta floor, oil on canvas, objects, 2018,
MOSTRA INTERIORS, Mastio della Cittadella di Torino
a cura di Domenico Maria Papa
Effimera #7 | Maria Callas Intestine N°7 (with Nature)/ installation view,
not baked clay on terracotta floor, 2018, DAF, Milano
not baked clay on terracotta floor, 2018, DAF, Milano
Effimera #6 + 2 | Maria Callas Intestine N°6 (with Nature)/ installation view, DON'T STEP ON YOUR INNER DWARF (Scroll down for Effimera #5, 2, 3, 4, 1)
not baked clay on concrete floor, 2017, Galleria Alessio Moitre, Torino
not baked clay on concrete floor, 2017, Galleria Alessio Moitre, Torino
Effimera #5 | Maria Callas Intestine N°5 (with Worms)/ ARBITRIUM (ANYWAY) (Scroll down for Effimera #2, 3, 4, 1)
not baked clay on concrete floor, 2015, Tainan, Taiwan
not baked clay on concrete floor, 2015, Tainan, Taiwan
Effimera #2 | Maria Callas Intestine N°1 (with Worm) (Scroll down for Effimera #3, 4, 1)
not baked clay on concrete floor, 2012
not baked clay on concrete floor, 2012
Effimera #4 | Maria Callas Intestine N°4 (with Mother's head) Studio 52 Gallery Berlin
Effimera #3 | Maria Callas Intestine N°2 (with Worm) Forte Carpenedo
EFFIMERA #1 |The End Of A Process IS A Solution, 2011 First step
The End Of A Process IS A Solution, 2011 Second step
The artist's statement - I sell my organs to survive
not baked clay, wooden boxes, glass
(almost all the organs has been "distributed")
The artist's statement - I sell my organs to survive
not baked clay, wooden boxes, glass
(almost all the organs has been "distributed")
Effimera #9 | Maria Callas Intestine N°0 (stones) Site specific, Portugal
Effimera PROJECT - Maria Callas come metafora
Le installazioni effimere sono lavori site-specific di dimensioni variabile e, in base al contesto, ai tempi (storici) e all momentum concettuale dell'artista, assumono contenuti e significati specifici enfatizzati nei sottotitoli.
Maria Callas è un personaggio tragico. E’ un idolo, un mito. Indubbio. Ma la sua vita, a parte la parentesi relativamente breve del suo successo, è stata una costellazione di drammi sia inflitti che autoinflitti. Maria Callas appartiene a quel gruppo di donne che hanno costuito, pianificandola a tavolino, la propria immagine allo scopo di diventare dei miti, dei personaggi storici (Elisabetta I d’Inghilterra, Frida Kahlo, Marina Abramovic?). Al contrario dei personaggi pianificati dallo star system allo scopo di produrre incassi, queste donne hanno plasmato se stesse allo scopo di realizzare un’ideale, il sé utopico.
L’intestino di Maria Callas è la leggenda, il simbolo, la metafora dello scotto. Maria Callas ha veramente ingerito la Tenia per perdere peso? Poco importa dal lato pratico ma il gesto o meglio, l’idea del gesto ha un contenuto concettuale talmente esplicito che non necessita di spiegazioni, didascalie o sottolineature.
La scultura effimera di terra non cotta, fragile, deperibile, rafforza visivamente e fisicamente il senso.
L’intestino è una flora, un giardino, un eden, è un purgatorio, una gabbia, un peso. Contraddizioni che giustificano la divintà. La bellezza, il potere e la frustrazione.
L’installazione a pavimento è precaria, boicottabile, calpestabile. Bisogna averne cura, prestare attenzione. La donna determinata e forte non esclude la sua delicatezza.
Siamo esseri contraddittori, desideriamo essere riconosciuti ma, consapevoli della nostra irrilevanza, ci auto-infliggiamo la nostra pena.
Le installazioni effimere sono lavori site-specific di dimensioni variabile e, in base al contesto, ai tempi (storici) e all momentum concettuale dell'artista, assumono contenuti e significati specifici enfatizzati nei sottotitoli.
Maria Callas è un personaggio tragico. E’ un idolo, un mito. Indubbio. Ma la sua vita, a parte la parentesi relativamente breve del suo successo, è stata una costellazione di drammi sia inflitti che autoinflitti. Maria Callas appartiene a quel gruppo di donne che hanno costuito, pianificandola a tavolino, la propria immagine allo scopo di diventare dei miti, dei personaggi storici (Elisabetta I d’Inghilterra, Frida Kahlo, Marina Abramovic?). Al contrario dei personaggi pianificati dallo star system allo scopo di produrre incassi, queste donne hanno plasmato se stesse allo scopo di realizzare un’ideale, il sé utopico.
L’intestino di Maria Callas è la leggenda, il simbolo, la metafora dello scotto. Maria Callas ha veramente ingerito la Tenia per perdere peso? Poco importa dal lato pratico ma il gesto o meglio, l’idea del gesto ha un contenuto concettuale talmente esplicito che non necessita di spiegazioni, didascalie o sottolineature.
La scultura effimera di terra non cotta, fragile, deperibile, rafforza visivamente e fisicamente il senso.
L’intestino è una flora, un giardino, un eden, è un purgatorio, una gabbia, un peso. Contraddizioni che giustificano la divintà. La bellezza, il potere e la frustrazione.
L’installazione a pavimento è precaria, boicottabile, calpestabile. Bisogna averne cura, prestare attenzione. La donna determinata e forte non esclude la sua delicatezza.
Siamo esseri contraddittori, desideriamo essere riconosciuti ma, consapevoli della nostra irrilevanza, ci auto-infliggiamo la nostra pena.